Community Notes
Community Notes

Meta, il colosso dei social guidato da Mark Zuckerberg, ha annunciato una svolta epocale: addio ai programmi di fact-checking di terze parti e benvenuto a un nuovo sistema chiamato Community Notes.

Questa funzione, già testata con successo (o quasi) da Twitter (X) già precedentemente alla gestione di Elon Musk (famoso per le sue lotte contro bot con ben altri sistemi), sposterà il focus della verifica delle informazioni direttamente sugli utenti, come avviene in Mastodon, Wikipedia e alcune community online con una moderazione atomizzata.

Cosa sono le Community Notes?

Le Community Notes di Twitter (che evidentemente piacciono anche a Zuckerberg), consentiranno agli utenti di segnalare e aggiungere note di contesto a post e notizie che ritengono fuorvianti o poco chiari. Una sorta di fact-checking “dal basso”, dove la collettività, idealmente, decide cosa è vero e cosa no.

Gli utenti che possono votare o scrivere note della collettività vengono selezionati in base a criteri specifici di affidabilità e partecipazione. Devono essere account attivi, con un buon storico di comportamento sulla piattaforma, e avere una varietà di opinioni per evitare polarizzazioni. Inoltre, per mantenere l’imparzialità, il sistema utilizza un algoritmo che considera il consenso tra utenti con prospettive diverse. Questo assicura che le note siano utili e non riflettano esclusivamente una singola visione. La partecipazione è estesa gradualmente, con l’obiettivo di mantenere una moderazione collettiva equilibrata.

Zuckerberg lavorerà con Trump? In che senso?

Mark Zuckerberg ha annunciato l’intenzione di collaborare con l’amministrazione Trump per “respingere governi stranieri” accusati di promuovere censura verso aziende americane. Questo implica una strategia comune per contrastare normative che limitano la libertà d’espressione online, come quelle europee introdotte dal Digital Services Act.

Zuckerberg sostiene che le piattaforme americane devono difendere la libertà di parola, opponendosi a leggi restrittive che ostacolano innovazione e discorso pubblico. Questa collaborazione segna un cambiamento significativo per Meta, che abbandona il tradizionale programma di fact-checking per un modello simile alle Community Notes di X, favorendo un approccio meno centralizzato.

Meta e le Fake News: come l’hanno trattato i giornali (e letto gli utenti)

Un aspetto particolarmente critico di questa vicenda è il modo in cui molti giornali hanno riportato la notizia. I titoli, (spesso sensazionalistici), si sono concentrati sul presunto fallimento del fact-checking o sulla sua fine, ignorando di fatto la vera novità: l’introduzione delle Community Notes.

Questo ha generato una reazione a catena in cui molti utenti si sono fermati al titolo, commentando o condividendo senza approfondire. Il risultato? Una discussione sterile, basata su supposizioni e fraintendimenti.

Ancora una volta, si evidenzia due responsabilità:

  • Quanto sia urgente educare alla lettura consapevole: non basta scorrere i titoli, serve approfondire, analizzare e capire.
  • I giornali dovrebbero essere chiamati a realizzare titoli e sottotitoli più attinenti nonostante attirino meno clic

Saranno efficaci le Community Notes su Meta?

Anche in questo caso il sistema si baserà su una selezione di utenti, scelti in base alla loro credibilità e attività sulla piattaforma, che potranno votare e concordare sulle note da applicare ai contenuti. Queste annotazioni saranno visibili sotto i post per offrire un contesto aggiuntivo senza oscurare o penalizzare direttamente i contenuti.

Sebbene il modello sembri promuovere trasparenza e libertà, ci sono già dubbi sulla sua efficacia. X, ad esempio, ha dimostrato che l’affidamento alla collettività non è sempre sinonimo di accuratezza, soprattutto su argomenti complessi come la scienza o la politica dove, forse, sarebbe più efficace una piattaforma gestita da giornalisti o da esperti del tema specifico.

Perché Meta ha deciso di cambiare?

Dopo otto anni di collaborazione con fact-checker indipendenti, Zuckerberg ha dichiarato che il sistema attuale ha fallito. Le accuse? Troppa censura e un eccessivo margine d’errore. Secondo Meta, gli utenti sono stanchi di vedere contenuti segnalati o oscurati da un “élite” percepita come parziale.

Questa decisione arriva, non a caso, dopo le elezioni presidenziali statunitensi del 2024, che hanno portato al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Zuckerberg ha sottolineato come il risultato elettorale rifletta una rinnovata priorità degli americani per la libertà di espressione.

Quali sono i vantaggi?

  1. Maggior coinvolgimento degli utenti sempre attivi e disponibili h24
  2. Meno costi non dovendo più pagare delle figure esterne o dedicate
  3. Ka velocità degli utenti rispetto ad altri canali, i quali potrebbero essere molto efficaci se ben selezionati

Quali sono i rischi?

  1. Manipolazione delle note: gruppi organizzati potrebbero utilizzare le Community Notes per spingere narrative false o parziali.
  2. Mancanza di competenze: argomenti tecnici, come il cambiamento climatico o la salute, potrebbero essere gestiti senza l’intervento di esperti qualificati.
  3. Minor responsabilità per Meta: affidare il fact-checking agli utenti solleva l’azienda da molte responsabilità legali e politiche, ma a che prezzo per l’accuratezza?

Questa nuova élite selezionata dovrebbe essere a sua vota in grado di selezionare fonti ufficiali e non fonti a loro volta controverse, per dimostrare la veridicità di quanto condiviso.

L’impatto sul contesto europeo

In Europa, i programmi di fact-checking rimarranno operativi almeno fino a tutto il 2025, come previsto dal Digital Services Act citato. Questo regolamento impone alle piattaforme maggiori responsabilità nella moderazione dei contenuti. Tuttavia, l’annuncio di Zuckerberg ha già sollevato polemiche tra le istituzioni europee, preoccupate che anche qui si possa assistere a un allentamento dei controlli.

Inoltre la proposta di passare al modello twitter al momento riguarda solo gli Stati Uniti

Community Notes su Meta: conclusioni

Con Community Notes, Meta punta a ridefinire il concetto di fact-checking, spostandolo dalle mani di esperti a quelle della collettività. Ma la domanda resta: questo sistema promuoverà davvero una maggiore libertà di espressione o rischia di trasformare i social in un far west di disinformazione?

Redazione Tana delle Volpi

Immagine di copertina copyright free creata con DALL-E.

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