Aumento dell’occupazione solo per autonomi e donne: calo tra i giovani e lavoratori dipendenti. Aumentano gli inattivi.
A luglio 2024, le statistiche ufficiali ci dicono che è avvenuto un aumento dell’occupazione dello 0,2%, con 56mila unità in più rispetto al mese precedente. Tuttavia, se andiamo oltre la superficie, i dati rivelano una realtà più complessa e meno rosea di quanto possa sembrare.
Nonostante l’apparente crescita, infatti, l’aumento dell’occupazione non ha riguardato tutti i segmenti della popolazione in modo omogeneo, e alcune categorie particolarmente vulnerabili sono state penalizzate.
Aumento dell’occupazione: chi ha davvero guadagnato?
Secondo il report Istat di Luglio 2024, la crescita dell’occupazione ha beneficiato soprattutto le donne e i lavoratori autonomi.
- Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, coloro che svolgono la propria attività senza vincoli di subordinazione, hanno visto un incremento di 75mila unità (+1,5%), portando il totale a 5 milioni 233mila lavoratori autonomi i quali, ricordiamo, si calcolano attraverso un metodo non privo di polemiche che include interviste, determinate categorie di lavoratori, e spesso considera la semplice partita IVA attiva, anche se non movimentata, facendo rientrare automaticamente queste persone nella categoria.
- Le donne, dal canto loro, hanno registrato una crescita di 54mila occupate (+0,5%), un aumento che può essere attribuito a una combinazione di fattori, tra cui le politiche di parità di genere, le agevolazioni economiche e l’espansione di settori dove è più alta la presenza femminile, come il lavoro part-time e i servizi alla persona. Inoltre, la maggiore attenzione verso il welfare aziendale e le misure di conciliazione vita-lavoro hanno favorito l’accesso delle donne al mercato del lavoro.
Tuttavia, se guardiamo più da vicino, scopriamo che i numeri non sono altrettanto favorevoli per tutti.
- Gli uomini hanno visto un aumento irrisorio, pari a sole 2mila unità.
- ll gruppo dei giovani tra i 25 e i 34 anni ha subito una diminuzione dell’occupazione dello 0,6%, con una perdita di 24mila unità. Questo dato è preoccupante, considerando che questa fascia d’età rappresenta una porzione cruciale della forza lavoro, spesso composta da persone all’inizio della propria carriera.
Lavoratori a tempo determinato e indeterminato: un calo evidente
Come visto, una parte rilevante di questa “crescita” dell’occupazione è sostenuta dagli autonomi, ma se ci concentriamo sui lavoratori dipendenti, la situazione cambia. Tra i lavoratori a tempo indeterminato, ossia coloro che hanno un contratto di lavoro senza una data di scadenza (solitamente più stabili e sicuri), si è registrata una riduzione di 12mila unità, a causa di pensionamenti, ristrutturazioni aziendali e i fenomeni social degli ultimi anni, portando il totale a 16 milioni 19mila lavoratori.
Anche i lavoratori a termine, cioè coloro con un contratto a scadenza, sono diminuiti: il loro numero è sceso di 6mila unità, per un totale di 2 milioni 757mila lavoratori. Sebbene questo possa sembrare un segnale positivo, diventa preoccupante quando viene messo a confronto con gli altri dati.
Chi sono gli inattivi e perché stanno aumentando?
Un altro dato significativo è l’aumento del numero degli inattivi, pari a +73mila unità (+0,6%), che ha portato il totale a 12 milioni 394mila persone. Ma chi sono gli inattivi? Sono individui che non lavorano né cercano lavoro.
Nel mese di luglio, l’aumento degli inattivi ha interessato soprattutto le fasce di età tra i 25 e i 49 anni, mentre tra i giovani (15-24 anni) e gli ultra cinquantenni si è osservata una lieve diminuzione.
Questo fenomeno indica che una parte crescente della popolazione in età lavorativa, per vari motivi, sta rinunciando a cercare lavoro, una tendenza che potrebbe indicare un senso di scoraggiamento rispetto alle opportunità di impiego disponibili.
Aumento dell’occupazione: conclusioni
In sintesi, mentre il numero totale degli occupati è tecnicamente aumentato, la crescita si è concentrata su categorie più vulnerabili, come gli autonomi e le donne, mentre gli uomini, i giovani e i lavoratori dipendenti hanno visto una contrazione o una crescita marginale. Inoltre, l’aumento degli inattivi suggerisce che molte persone si stiano allontanando dal mercato del lavoro, un segnale che il contesto occupazionale rimane fragile.
Le statistiche utilizzate nel redigere l’articolo sono prese dal rapporto mensile dell’Istat di luglio 2024.
Redazione Tana delle Volpi
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