Negli ultimi 40-45 giorni (dall’ultima settimana di ottobre 2024 ai primi di dicembre 2024), nella zona di Panzi, situata nella provincia di Kwango nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), è stata segnalata la cosiddetta malattia x, una malattia non ancora identificata.
Fonti ufficiali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Ministero della Salute della Repubblica Democratica del Congo hanno riferito un totale di casi di 406 (bollettino del 5 dicembre 2024). Le vittime confermate dall’OMS sono 31. Altre stime locali (non confermate) indicano un numero superiore a 70 casi. L’epidemia sembra colpire soprattutto i bambini sotto i cinque anni, sebbene siano stati registrati anche casi tra adolescenti e giovani adulti.
Quali sono i sintomi della Malattia X?
I sintomi riportati comprendono febbre, cefalea, tosse e secrezioni nasali, oltre a dolori diffusi. Nei casi più gravi, si osservano difficoltà respiratorie e anemia. L’epidemia è localizzata in una regione rurale remota, con gravi carenze igienico–sanitarie e un elevato tasso di malnutrizione, che ostacolano l’accesso a cure mediche e la diagnosi del patogeno responsabile.
La situazione descrive anche le numerose criticità che gli abitanti dell’area colpita sono costretti ad affrontare, come la malnutrizione e la difficoltà di accesso a cure mediche, per le quali troveremmo verosimilmente scenari e problematiche differenti in caso di uno sbarco in Italia, grazie a un sistema sanitario più avanzato e a condizioni igienico-sanitarie migliori.
Perchè Malattia X? Come ci si contagia?
La definizione “Malattia X” è stata utilizzata dai media per indicare un patogeno di natura sconosciuta, ma in realtà è un termine generico impiegato dall’OMS per eventuali agenti infettivi emergenti non ancora identificati. Al momento non si ha conferma se si tratti di un virus, di un batterio o di una coinfezione multipla. Sono in corso indagini di laboratorio e campionamenti sul posto.
Anche il meccanismo di trasmissione non è ancora chiaro. I sintomi respiratori farebbero ipotizzare una diffusione tramite contatto stretto come avviene per molte infezioni respiratorie (il caro e vecchio COVID-19 ma anche polmoniti e morbillo).
L’anemia osservata e le altre complicazioni potrebbe essere una conseguenza dello stato nutrizionale e di salute già precario nelle popolazioni contagiate.
Quanto è mortale e in che caso lo sarebbe in Italia
Le fonti indicano che il tasso di mortalità varia significativamente: si stima circa l’8% tra i casi documentati in strutture sanitarie, ma potrebbe essere più alto includendo i decessi non registrati nei villaggi remoti privi di cure.
In queste aree con risorse limitate, anche malattie curabili altrove possono risultare fatali. I casi più gravi si concentrano tra i bambini malnutriti e anemici, per i quali le infezioni rappresentano un rischio particolarmente elevato.
Al momento non c’è evidenza che questa malattia, qualunque essa sia, si diffonda fuori dall’area interessata. In Italia, come in altri Paesi dotati di un sistema sanitario avanzato, un’eventuale infezione potrebbe avere esiti meno gravi grazie a diagnosi e cure tempestive, migliore nutrizione e vaccinazioni diffuse. La mortalità osservata in Congo è fortemente condizionata dalle condizioni locali: malnutrizione, difficoltà di accesso alle cure, mancanza di presidi medici.
Una nuova pandemia di Malattia X?
È troppo presto per ipotizzare una pandemia. L’OMS considera la “Malattia X” come una potenziale minaccia per incentivare la ricerca e la preparazione a emergenze future, ma al momento l’evento in Congo appare confinato a una zona remota e non esistono conferme che si tratti di un agente nuovo e ad alta trasmissibilità globale.
Gli esperti stanno cercando di identificare l’agente patogeno per poter valutare meglio il rischio. La situazione richiede monitoraggio e indagini approfondite, ma allo stato attuale non si possono trarre conclusioni allarmistiche.
Conclusione: puro allarmismo?
Ci troviamo (lo dicemmo al tempo anche del Covid-19 ma la situazione era ben diversa) in una situazione di puro allarmismo: il virus è poco efficace in paesi con delle sanità ben strutturate e delle condizioni di igiene e di salute ben diverse. Fuori dalle aree con i problemi di salute citati sarebbe presto debellata e/o avrebbe effetti sicuramente e significativamente meno fatali, al pari del nostro morbillo, le nostre polmoniti e alcune infezioni respiratorie particolarmente invasive.
Redazione Tana delle Volpi
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