intelligenza artificiale e lavoro
intelligenza artificiale e lavoro

L’introduzione dell’AI nel mondo dell’occupazione sta provocando cambiamenti radicali e intelligenza artificiale e lavoro sono divenuti un binomio sempre più stretto.

Questo che sta influenzando vari ambiti e portando alla prossima scomparsa di alcune professioni, all’emergere di nuove figure e alla trasformazione di vecchie attività.

L’Italia è storicamente indietro rispetto ad altre realtà europee ed extra-europee, per quanto riguarda la rivoluzione tecnologica. Basti pensare che solo la pandemia da COVID-19 è servita ad accelerare dinamiche già avviate da anni in altre realtà, come lo smart working e l’informatizzazione anche delle persone più lontane dalla tecnologia.

Secondo un rapporto di Confartigianato sono 8,4 milioni ovvero il 36,2% degli occupati ad essere a “rischio“. Per rischio significa che avranno impatto significativo sulla loro professione grazie all’intelligenza artificiale.

Intelligenza artificiale e lavoro: l’Italia ultima in Europa per competenze digitali

Secondo un rapporto ISTAT l’Italia è tra gli ultimi paesi europei in termini di competenze digitali di base, con solo il 45,7% della popolazione in possesso di tali skill. Questo divario si amplia ulteriormente tra i generi e tra le diverse regioni, con una marcata disparità tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno.

Fonte: Eurostat, Community Survey on ICT usage in households and by Individuals
Fonte: Eurostat, Community Survey on ICT usage in households and by Individuals

La mancanza di competenze digitali di base può diventare un ostacolo significativo per i lavoratori, in particolare in settori a forte impatto tecnologico come la logistica, la produzione e il settore bancario e assicurativo, aumentando il rischio di esuberi, di essere tagliati fuori o lavorare per aziende meno competitive.

Non perdita dell’impiego, ma ingenti modifiche!

Non solo l’intelligenza artificiale ma anche l’automazione sta rivoluzionando il mercato del lavoro, riducendo la necessità di professioni tradizionali, soprattutto quelle caratterizzate da compiti ripetitivi o routinari.

Questa tendenza sta portando a una trasformazione profonda e a volte radicale nel modo in cui lavoriamo, rendendo alcune mansioni obsolete e creando nuove opportunità in aree precedentemente inesplorate.

Anche durante le varie rivoluzioni industriali vi sono state paure e proteste per l’automazione delle macchine, dove queste facevano in minor tempo e in maniera più efficiente il lavoro dell’umano, ma ciò portò alla nascita di nuove professioni: controllori, tecnici e dirigenti vari.

Nel corso dei decenni i lavoratori cambiarono o modificarono la propria professione, come verosimilmente succederà ora. Anche oggi con il binomio intelligenza artificiale e lavoro stiamo assistendo ad una quarta rivoluzione industriale, che agirà nel seguente modo.

1) Servizio clienti telefonico e online

Questo cambiamento includerà sicuramente operatori di servizio clienti sostituiti o affiancati da chatbot, dove la componente umana interverrà in quello che nei call center è chiamato “secondo livello“, le pratiche quindi più complesse o che necessitano di una decisione umana.

Già ora se avete chiamato una qualsiasi assistenza clienti vi sarà capitata il bot telefonico che dopo una vostra richiesta vocale avrà risposto con l’informazione che interessa, come credito o saldo del conto.

Sebbene i chatbot AI saranno sempre più evoluti e gestiranno le interazioni di routine come fossero “vivi”, gli operatori umani si concentreranno su problemi più complessi e situazioni che richiedono un approccio empatico e personalizzato.

La capacità di gestire situazioni delicate e fornire un servizio clienti eccezionale diventerà un’abilità sempre più preziosa.

2) Ruoli amministrativi, bancari, assicurazioni

Anche alcuni ruoli amministrativi facilmente automatizzabili, sono a rischio. Settori come banche e assicurazioni, già in via di (lenta) digitalizzazione negli ultimi 20 anni, potrebbero vedere una riduzione della richiesta di forza lavoro per il conseguente fare “tutto online” da parte dei correntisti, così come le valutazioni (valutazione dei rischi, gestione sinistri ecc) possono essere relegati a una macchina.

Quindi un lavoratore su tre non servirà più? Assolutamente no. Questa automazione non eliminerà i ruoli amministrativi, ma cambierà il loro focus. I professionisti in questi settori dovranno sviluppare competenze nell’utilizzo di strumenti digitali e nella gestione delle relazioni con i clienti, diventando più consulenti e tecnici piuttosto che esecutori di compiti routinari.

3) Tecnici e conduttori d’impianti

Nei settori industriali e manifatturieri, l’adozione della robotica avanzata e dei sistemi automatizzati sta riducendo il bisogno di intervento umano nelle operazioni quotidiane.

I robot sono in grado di svolgere compiti come l’assemblaggio, mentre l’AI potrà sempre più svolgere il controllo qualità e la gestione degli impianti con maggiore precisione e efficienza, riducendo i costi operativi e aumentando la produttività.

Anche se molti compiti saranno automatizzati, ci sarà bisogno di personale qualificato per la manutenzione, la supervisione e l’ottimizzazione dei sistemi automatizzati. Le competenze richieste si sposteranno dalla gestione operativa alla risoluzione di problemi tecnici più complessi e alla gestione dei sistemi AI.

4) Lavoratori della logistica

Il settore della logistica sta subendo un cambiamento radicale grazie all’automazione. I processi di magazzino, come l’inventario, il picking e la consegna (avete sicuramente letto dei droni di Amazon per le consegne, anche in Italia), guardano sempre di più all’automatizzazione e ai veicoli a guida autonoma. Questo non solo aumenta l’efficienza e riduce gli errori, ma permette anche una gestione più flessibile e reattiva delle scorte e delle consegne.

Anche in questo caso con l’aumento dell’automazione nei magazzini, i lavoratori della logistica dovranno adattarsi a ruoli che richiedono più supervisione, pianificazione e interazione con la tecnologia avanzata, piuttosto che il semplice spostamento fisico dei beni.

5) Operatori di data entry, trascrizione e traduzione

L’AI ha raggiunto livelli di competenza tali da poter elaborare, analizzare e interpretare dati con una velocità e precisione che supera quella umana. I software avanzati di riconoscimento vocale e traduzione automatica fanno sempre meno errori e stanno riducendo il bisogno di operatori umani per la trascrizione e la traduzione di documenti, mentre i programmi di data entry automatizzati stanno rendendo obsoleti molti ruoli amministrativi. Basti pensare, ad esempio, che molti software sono in grado di mettere in automatico i sottotitoli ai video.

Questi professionisti vedranno un cambiamento nel loro lavoro, con un maggiore focus sulla revisione, interpretazione e analisi dei dati elaborati dalle AI. La loro esperienza sarà cruciale per garantire l’accuratezza e l’affidabilità delle informazioni elaborate automaticamente. Per anni, se non decenni, sarà impossibile delegare totalmente queste attività alle macchine senza un input umano e un controllo a posteriori.

6) Copywriter, grafica, programmazione

Il campo della scrittura creativa e della redazione di contenuti sta iniziando a vedere l’impatto dell’AI. Strumenti come ChatGPT (e non solo) stanno mostrando capacità sorprendenti nella generazione di testi che sembrano scritti da un umano, dalla creazione di contenuti per i siti web alla scrittura di articoli, report, immagini e addirittura programmazione.

Anche se l’AI può assistere nella creazione di contenuti, la creatività umana rimane insostituibile. I professionisti in questi campi dovranno imparare a integrare gli strumenti AI nel loro flusso di lavoro per migliorare la qualità e l’efficienza del loro lavoro creativo.

7) Commessi

Ultimo degno di nota e che rispecchia una polemica su X (l’ex Twitter) e altri social è la figura del commesso. Ultimamente è divenuta virale un’immagine delle casse automatiche di Decathlon, in grado di scansionare gli articoli in automatico, emettere scontrino e far pagare tramite carta o contanti.

Il commesso, quindi, non esisterà più? Sbagliato. Avete presente la classica battuta: “come mai nei negozi di tecnologia il commesso non è mai di quel reparto?”. Il commesso oggi ricopre il doppio ruolo di cassiere e addetto al reparto. Con le casse automatiche potrà essere più efficiente nella seconda professione e occuparsi di più del marketing interno. Inoltre, potrà occuparsi del controllo e intervenire quando la macchina fallisce.

Intelligenza artificiale e lavoro: nuove opportunità e professioni

Parallelamente, l’AI sta generando nuove esigenze professionali, oltre a cambiare la modalità operativa di molte già esistenti, come visto. Si prevede una crescente domanda per ruoli ad alta qualifica come ingegneri, fisici, analisti di mercato e psicologi del lavoro (opinione personale: ruolo in Italia troppo sottovalutato). Inoltre, professioni creative come architetti e progettisti stanno sperimentando un aumento della domanda, così come ruoli legati al marketing e alle vendite.

8) Manager e altri ruoli direttivi

Nell’era dell’AI, manager e leader aziendali saranno chiamati a sviluppare nuove competenze per gestire team ibridi uomo-macchina (recentemente c’è stata la polemica sui micromanager). La capacità di comprendere e integrare efficacemente la tecnologia AI nelle strategie aziendali diverrà cruciale, così come la necessità di mantenere un ambiente di lavoro umano e collaborativo.

9) Professionisti creativi

Architetti, progettisti e pianificatori stanno scoprendo nuovi modi di collaborare con l’AI. Questo strumento può fungere da assistente avanzato, offrendo soluzioni innovative e velocizzando il processo creativo, pur lasciando intatta la visione artistica e unica di ciascun professionista.

10) Settore sanitario

L’integrazione dell’AI cambierà anche il settore sanitario, con l’introduzione di sistemi avanzati per la diagnosi e la gestione dei pazienti. I professionisti della salute dovranno adattarsi all’uso di queste nuove tecnologie, che potranno migliorare la qualità delle cure e l’efficienza dei servizi sanitari. Ad esempio, il chirurgo può già operare a distanza con tecnologie molto sofisticate che chiaramente dovrà conoscere e saper usare, con una figura che presto potrà essere dedicata alle diagnosi e operazioni a distanza.

Formazione e sviluppo delle competenze

Mettiamoci l’anima in pace: fare lezioni in aula, almeno in alcuni ambiti, è una cosa superata. Con l’evoluzione del mercato del lavoro, la formazione continua diventa essenziale. Le piattaforme educative basate sull’AI stanno rendendo l’apprendimento più accessibile e personalizzato, consentendo ai lavoratori di sviluppare le competenze necessarie per rimanere competitivi.

Serviranno quindi più formatori, in grado o di inserire le informazioni in queste piattaforme, o di formare altri professionisti ad utilizzarli, o ad organizzare e tenere corsi laddove l’AI o la piattaforma automatizzata non può farlo.

Intelligenza artificiale e lavoro: conclusioni

L’era dell’intelligenza artificiale nel mercato del lavoro non rappresenta solo una sfida, ma anche un’opportunità. La variazione dell’impatto dell’AI, sia geografico che settoriale, richiede un adattamento personalizzato e consapevole.

Le tendenze emergenti e le previsioni future indicano una rapida evoluzione del mercato del lavoro, richiedendo una costante adattabilità da parte dei lavoratori, come successo più volte negli ultimi secoli, e un ruolo attivo dei datori di lavoro e dei policy maker.

In definitiva, il successo nel mercato del lavoro del futuro dipenderà dalla capacità di abbracciare l’innovazione, adattarsi alle nuove realtà e valorizzare le competenze umane in sinergia con l’intelligenza artificiale.

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